Cari Studenti, vi odio.

VI ODIO, CARI STUDENTI (1968)

di Pier Paolo Pasolini

 Avete facce di figli di papà.

Vi odio come odio i vostri papà.

Buona razza non mente.

Avete lo stesso occhio cattivo.

Siete pavidi, incerti, disperati.

Benissimo! Ma sapete anche come essere

prepotenti, ricattatori, sicuri e sfacciati:

prerogative piccolo borghesi, cari.

Quando ieri a Valle Giulia avete fatto a botte

coi poliziotti,

io simpatizzavo coi poliziotti.

Perché i poliziotti sono figli di poveri.

Vengono da subtopie contadine o urbane che siano.

Quanto a me, conosco assai bene,

il loro modo di essere stati bambini e ragazzi.

Le preziose mille lire, il padre rimasto ragazzo anche lui,

a causa della miseria,

che non da autorità.

La madre incallita come un facchino,

e tenera, per qualche malattia,

come un uccellino,

i tanti fratelli;

la casupola,

fra gli orti con la salvia rossa (i terreni altrui, lottizzati).

I bassi sulle cloache e gli appartamenti nei grandi

caseggiati popolari ecc. ecc.

E poi guardateli come li vestono: come pagliacci,

con quella stoffa ruvide che puzza di rancio,

fureria e popolo.

Peggio di tutto, naturalmente,

è lo stato psicologico in cui sono ridotti (per una quarantina di mille

lire al mese): senza più sorriso,

senza più amicizia col mondo,

separati,

esclusi (un tipo di esclusione che non ha uguali)

umiliati dalla perdita della qualità di uomini,

per quella di poliziotti

(essere odiati fa odiare).

Hanno vent’anni, la vostra età, cari e care.

 

 

Lo so, non sembra attuale. Io amo questo intervento di Pasolini, e’ un uomo che mi fa riflettere profondmente.

Cio’ che apparente non e’ condivisibile, io sento di condividerlo.

Mi piace molto vedere i nostri studenti oggi, attivi nelle scuole, nelle Universita’. Quello che non mi piace e’ che ancora una volta, come nel 68′, non ci sia un progetto comune reale di cambiamento, o piu’ correttamente, sento il desiderio, ma non vedo una grande progettualita’ che non sia legata a questa o a quell’altra bandiera.

Diciamo che lo so, devo imparare ad accontentarmi di questi sprazzi di idealismo giovanile, senza necessariamente aspettarmi una coerenza temporale nel quotidiano.

Si va in giro a fare Lotta Sociale, ma ancora non sento una rivoluzione culturale. Pochi conoscono la storia, ancor meno  la amano.

Si va in piazza a San Lorenzo a fare i frikkettoni di sinistra e ci si sbomballa di canne e cannoni perche’ fa radical, secondo loro, cretini, secondo me.

Ecco, se potessi auspicare ad un cambiamento, non lo farei sotto un vessillo politico, ma sotto l’isegna della conoscenza storica, il baluardo degli ideali, la consapevolezza degli erroi, la volonta’ di non ripeterli.

Ecco, manca qualcosa. Piu’ di tutto manco io in questa battaglia per una vera cultura dell’umanita’. Il fatto e’ che non so dove mettermi, non trovo un posto adatto a me in quella rivoluzione culturale che molti urlano al sangue, se non tra le riflessioni pubbliche di un blog privato, o nella mia ricerca quotidiana di valore.

Trovatemi unposticino per favore, mi sento stretta in una "rete".

6 pensieri su “Cari Studenti, vi odio.

  1. ..e\’cosi\’…manca il progetto o forse il progetto e\’troppo grande per esser realizzato nel concreto…o forse era qui fino a poco fa ed ora…tu fai la differenza cara ciascuno puo\’con il proprio vivere in quei valori che hai elencato…ti senti un invisbile un senza posto ma ce l\’hai ohhh se ce l\’hai…la tua quotidiana testimonianza di vita ….cosa c\’e\’di meglio?..cosa ha piu\’forza dell\’Esempio?…qui in pizzeria ovunque tu andrai chiunque ti verra\’vicino avra\’qualcosa di buono… .da te.

    "Mi piace"

  2. A volte si dimentica quando è stato scritto questo pezzo. Era il 68, quelli che erano a valle giulia erano i figli della borghesia romana. I figli dei professionisti: architetti, avvocati, medici, ingegneri. Non erano, in massima parte, i figli degli operai.Pasolini aveva abitato fino a poco tempo prima a Tiburtino III e aveva ben presente le facce della gente del popolo. Credo che abbia rappresentato il popolo romano come nessuno, in quel periodo, ma anche in assoluto.I figli del boom economico arrivarono all\’università negli anni 70. E avvennero altre cose.Ma oggi, in nessuna circostanza ormai, si può parlare di classi, né quindi di coscienza di classe. E Pasolini lo sfacelo lo aveva intuito bene.http://robuzz.spaces.live.com/blog/cns!30F448C49B8E8BBA!3127.entry(cito un mio post solo perché ci sono le parole di PPP)

    "Mi piace"

  3. sottoscrivo, manca il progetto, manca la fiducia nella possibilità sempre più remota di realizzare qualcosa di grande e rivoluzionario, magari duraturo. Anche a me fa piacere vedere gli studenti attivi, ma non tutti rimangono fedeli ai principi che per un certo periodo della loro vita professano. Anche io ho paura di perdere la "scintilla", prima o poi. Ho paura che il mondo mi corromperà, anche se cerco di non permetterglielo……ma te???!!! ben tornata!! dov\’eri sparita?? mi fa troppo piacere rileggerti!un bacione e a presto!

    "Mi piace"

Lascia un commento