Anoressica sentimentale…

 

……e come se non dosse abbastanza difficile mi imbatto in questo:

Uomini e donne che non sanno amare

 

Uomini e donne si frequentano, al giorno d’oggi, con una intensità di cui non si ha riscontro in altre epoche storiche; le occasioni di contatto si moltiplicano e proliferano sotto ogni forma (scuole, università, luoghi di lavoro, attività turistiche e di svago, società sportive, club, locali, agenzie matrimoniali, luoghi d’incontro virtuali…), eppure vi sono uomini e donne che hanno rimosso e dimenticato cosa sia l’amore. In senso stretto, l’anoressia sentimentale, l’incapacità di amare, è una vera e propria pandemia che colpisce, su larghissima scala, tutte le età ed entrambi i sessi, soprattutto nel mondo a modello occidentale.

La fenomenologia è la più varia: chi ne è affetto può essere tanto un individuo solitario quanto una persona in apparenza socievole, amante della buona compagnia e dei divertimenti. Ma la struttura di fondo del disturbo è identica: il bisogno affettivo è rimosso in virtù di una personalità autarchica, chiusa in se stessa, regolata da abitudini e ritmi personali e ogni qual volta la possibilità di amare si apre un varco nella rigida armatura difensiva sorge dal fondo dell’animo in taluni una malinconia profonda, in altri una rabbia cieca e devastante, in altri ancora una fredda razionalità che vede nell’oggetto amato (nella persona che ha penetrato il cuore) solo vizi e difetti e nella nuova opportunità una fonte incessante di dubbi e preoccupazioni. A questo punto, l’indifferente può diventare – con l’incertezza, il disprezzo o il sadismo – un persecutore di colui/colei che ha osato turbare il suo equilibrio.

Ecco come lo descrive lo psicoanalista Otto Kernberg:

“In circostanze patologiche, come la patologia narcisistica grave, lo smantellamento del mondo interno di relazioni oggettuali può portare all’incapacità di desiderio erotico, accompagnata da una diffusa, non selettiva e perpetuamente insoddisfatta manifestazione casuale di eccitazione sessuale, o perfino dalla mancanza di una capacità di eccitazione sessuale.”

L’incapace di amare talvolta si tormenta per ciò che è divenuto; talaltra invece se ne fa un vanto, perché la sua resistenza alla lusinga è – secondo lui – una superiore prova di forza; infine, altre volte ancora vive in una razionalità così astratta da non accorgersi nemmeno della solitudine dell’anima e della aridità del cuore che ha generato dentro di sé.

Intuibile che la patologia narcisistica cui fa riferimento Kernberg ha almeno due possibili sviluppi: uno sul versante ossessivo coincide con l’uomo – o la donna – che vive in un suo ordine solitario, rigido ed efficiente e più o meno relazionato (l’incapace di amare può essere un single, ma anche un uomo o una donna che vive in famiglia, ma che non degna più il partner delle proprie attenzioni giudicando la sessualità e l’amore delle inutili e scomode perdite di tempo o attività noiose, prive di senso o vagamente disgustose); l’altra è sul versante dell’isteria, dove l’incapace di amare oltre a ostentare indifferenza, può talvolta intrappolare i suoi partner in tormentose dinamiche nelle quali ora avvengono inattese fusioni sentimentali, spesso accompagnate da appassionate manifestazioni di tenerezze, cui seguono repentini distacchi, un fare freddo e scostante, talvolta contrassegnato dal disprezzo.

Chi vive in questa strana condizione esistenziale è qualcuno che ha individuato nell’amore la maggior fonte di sofferenza umana o, per via di traumi subiti, della sua personale sofferenza e ha deciso di non soffrire mai più. Talvolta è stato un bambino deprivato di amore in età nelle quali poteva avvertirne la mancanza e perciò soffrirne, oppure un bambino o un adolescente intenzionalmente trascurato, non amato o anche trattenuto in un rapporto ora seduttivo ora rifiutante. Altre volte, cresciuto fiducioso, è andato incontro a lunghe sofferenze sentimentali in età adulta. Altre ancora, illuso di poter realizzare nel mondo scopi di ordine superiore e deluso in profondità in questa aspettativa, rinuncia alla vita e fa pagare all’innamorato/a il prezzo di questa catastrofica delusione.

In termini più generali, egli ha smesso di credere nell’affidabilità degli esseri umani e nella capacità retributiva e restaurativa della fiducia e dell’amore. In modo più o meno consapevole, ha abbracciato l’ideologia anestetica contemporanea, intesa a far sentire forte, superiore, colui che relega la passione nell’altro, riservando per sé il ruolo del bell’indifferente, dello spassionato razionale, dello sprezzatore dell’umana vulnerabilità.

La mia esperienza umana e clinica mi suggerisce che questa condizione esistenziale va sempre più costituendo il “doppio speculare” della soggettività contemporanea. Per un verso animata da innumerevoli e frenetici desideri, l’umanità attuale va per altro verso elaborando una strategia di difesa per la quale ogni desiderio – ma soprattutto i bisogni relazionali – sono trappole da evitare.

Esce da questa patologia – invisibile in un mondo che la invidia e la favorisce – solo chi vuole uscirne e accetta l’idea che coraggioso non è chi reprime il desiderio, ma colui che accetta il rischio esistenziale di vivere fino in fondo le qualità specifiche della natura umana, fra le quali fa spicco proprio quella capacità di immedesimarsi, fondersi ed amare da cui l’anoressico sentimentale rifugge con disgusto e con paura.

Tratto da qui.

Qualcuno conosce un buon analista?

56 pensieri su “Anoressica sentimentale…

  1. Non è semplice "fidarsi" e a volte si prendono cantonate colossali…cicatrici che rimangono per sempre e che spesso tornano a far male.Ma qualche volta scoppia una strana alchimia..e si trova la persona che è la nostra autentica parte integrante…e diventa tutto semplice..Non so cosa sia successo, ma sei certa di aver bisogno di un\’analista ed escludi che forse hai incontrato solo persone "non giuste" per te?Un abbraccioFab

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  2. Non lo so Fab, alcune dinamiche si ripetono con una certa costanza nella mia vita.Di cicatrici, ne ho da vendere, ma sono molto antiche, e non sempre le vivo con chiarezza.Non escludo che non fosse la persona giusta per me, ma mi viene anche il dubbio che forse qualcosa, in tutti questi fallimenti sentimentali, potrebbe anche essere causata da me, involontariamente, certo, in buonafede. Non mi sento una " fuori di testa", solo un po\’ arrotolata su me stessa e sulla mia idea di relazione. Niente di male, certo, ma ho un dubbio.Un solo piccolo dubbio.Ho contattato via email lo psicologo del sito citato, e\’ di Roma…hai visto mai che basti un coloquio o due per chiarirmi le idee.Grazie Fab.

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  3. non mi sono mai ritenuta affetta da anoressia sentimentale, tutt\’altro… direi che in questo campo sono bulimica, solo che sei anni di singletudine mi hanno costretta a guardarmi dentro e ho fatto una scoperta sconvolgente, con la quale peraltro cerco di convivere (dirai. facile, ormai alla mia età!): non ho mai creduto all\’altra metà della mela, al completamento, all\’amore cieco. Sotto sotto ho sempre avuto i miei dubbi e non ho mai avuto il coraggio di esternarli. Se mi capitasse di trovare una persona con la quale fare un pezzo di cammino, credo che sopra ad ogni cosa escluderei la convivenza. Forse per meglio cristallizzare i momenti buoni e per nascondere quelli miei privati. Non so se un analista possa servire. Credo che non farebbe altro che prendere atto del nostro io.

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  4. è bellissimo :-)(mi manda Picone… Peter ;-))non aggiungo altro, almeno per ora, sennò ci scrivo un post invece che un commento

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  5. on a second thought…Virginia, certo, la passione per sempre nn esiste, ma non credi che 10 mesi un anno siano un po\’ pochini perche\’ l passione diminuisca?Ross, vero, siamo unici, sono unica cosi come sono, e non posso cercare di adeguarmi a stereoptipi sociali. Eppure credo, sento, che c\’e\’ di piu\’, sento che in qualche modo, sebbene il mio desiderio di condivisione sia fortissimo, la mia voglia di amare sia grande, ad un certo punto, non ce la faccio. Trovo un milione di motivi per i quali la storia nn va, e mi arrendo. Potrebbe darsi che nn abbia trovato quello giusto, ma mi chiedo anche se forse le mie aspettative non siano un po\’ troppo elevate, ed io abbia finito per idealizzare una relazione che esiste in quanto il famoso Principeaddavenire, e\’ puramente ipotetico e pelappunto ideale. Nella realta\’, i difetti altrui, in una relazione di coppia, mi sembra di tollerarli poco, ovvero li tollero, ma profondamente nn li accetto, e la mia immagine del principe azzurro piano piano se ne va, si disintegra, e il tanto desiderato amore, lascia il posto ad un grande affetto. per l\’appunto, senza libido.Does it make sense?Ma io, cosi\’, una famiglia, quando mai me la faro\’?

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  6. Il problema è sempre in qualche modo "in noi".Se ci innamoriamo di una nostra proiezione (ovvero quello che vorremmo o avremmo voluto essere, ma che il nostro superio ci ha impedito di diventare) da un lato ci sentiamo attratti da quel "modello"; dall\’altro lo disapproviamo e o tendiamo a cambiarlo (nel qual caso non lo ameremmo più) oppure facciamo del tutto per distaccarcene.Il punto è che dovremmo conquistare una certa unità in noi stessi; fra ciò che avremmo voluto essere, ciò che siamo, ciò che ci hanno detto dovevamo diventare. In questo conflitto è la chiave di volta.

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  7. l\’hai in casa l\’analista hihihhihgioia io non so… a volte penso solo che non sia tagliato io per una vita di coppia visto che non duro un anno qualsiasi donna abbia davanti… e le responsabilità sembrano sempre mie anche se sono io, è capitato diverse volte, a chiudere boh…

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  8. No fabio, io non mi arrendo. Ho dei sogni, e questi includono l\’amore in una coppia. NOno, non mi arrendo, nn so da dove cominciare ma comincio. Analisti, shamani, Draghi, faro\’ di tutto per nn arrendermi, perche\’ arrendermi, significherebbe rinunciare ai miei sogni.Ro, e\’ cosi\’ sono divisa dentro evidentemente. Sto cercando di riunirmi. Ricordo ancora il tuo post…

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  9. a volte parlare con una persona competente nella materia psicologica può aiutare a spostare la tendina che abbiamo sugli occhi e che ci impedisce una visione corretta.Un anno è davvero poco per far svanire il pathos…specie così giovani..

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  10. posso dissentire da Fab? credo che si stia confondendo il pathos con il desiderio e con la libido vera e propria. Ma xkè noi donne specialmente, dovremmo portarci a letto nel vero senso della parola anche tutti i voli pindarici che ci facciamo?Credo si possa amare qualcuno ma non averne il desiderio e viceversa… E riferita alla tua ultima frase, non metterei in cima alla lista il farsi una famiglia, ma quello stare bene ed essere serena se non felice. Da sola o in coppia. E\’ tristissimo sentirsi sola in una coppia, ma accade più spesso di quello che credi. ps. e mi scuso se sembro così \’cinica\’… ma a conti fatti è quello che rimane tra addizioni e sottrazioni della mia vita

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  11. Ross, io sono una persona allegra, na persona piuttosto solare.Ho tanti interessi e non e\’ che so non ho l uomo nn sto bene, necessariamente. Ho anche pensato e riflettuto tante volte sul fatto che ofrse io una famiglia potrei non averla. In fondo c\’e\’ tanta gente che nn puo\’ avere figli.Il fatto e chem io vorrei almeno poter scegliere. Se davvero c fosse qualcosa che non va nelle mie dinamiche amorose, allora non potrei scegliere.Puo\’ anche darsi che faccia due chiacchere con un analista, che mi senta rincuorata, che mi senta " normale" e continui cosi\’, senza seghe mentali. Non mi sentirei meno bella, meno completa senza una famiglia, e solo che credo che un figlio abbia senso. Almeno per me. Vorrei solo vederci chiaro, sciogliere quel piccolo, piccolissimo dubbio."Credo si possa amare qualcuno ma non averne il desiderio e viceversa… "…ci credi davvero?

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  12. è un discorso complesso… ma no. non credo che si possa "amare" qualcuno senza desiderio fisico. non nei primi periodi perlomeno. dicono che la fase dell\’innamoramento duri 3 anni: il tempo biologico necessario per conoscersi, fare un figlio, svezzarlo.non so se sia proprio così. la questione è complessa… ma … no. non esiste.

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  13. dai … amore affetto amicizia… sono termini talmente vasti e vaghi… per ognuno di no c\’è da scommetterci significano qualcosa di diverso… ma il concetto che intendevo esprimere credo sia chiaro.posso capire che dopo qualche anno (quanti? non so… dipende da molti fattori) la passione diminuisca e resti un affetto consolidato, ma non posso pensare che una relazione *nasca* già su questa base. allora in genere la chiamiamo in modo diverso! in genere amicizia, magari con aggettivazioni varie tipo "intensa" "forte" "profonda"… ecc eccInsomma, anche restando nel vago… le parole servono per indicare qualcosa di "comune". Poi ognuno è libero di riempirle del significato che vuole, per carità, ma…

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  14. esistono una quantità di "tipi di amore" amore fraterno, filiale, amore verso i bambini…ma se parliamo di "amore tra due persone" credo che questo indichi in sè anche il desiderio fisico…Quanto al portarci a letto anche i sogni…Ross siamo creature "sensibili, umane" e spesso i sogni sono anche "motore" e propulsore per la vita.

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  15. d\’accordissimo sul sensibili ed umane, ma spesso "ancorate" e non libere. Ogni tanto i sogni vanno accantonati per vivere la realtà. Credo che spesso il desiderio \’spento\’ o la mancanza di desiderio anche se si prova amore verso la persona sia dovuto al continuo paragone proprio tra i sogni, l\’idealizzazione, e la realtà, che è ben diversa. Non abbiamo (e qui lo dico da donna a donne) il desiderio per il solo piacere, ma spesso in funzione di quello che potrà portare. E siamo bravissime a prenderci la colpa, quando a volte non dipende solo da noi…

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  16. qui scatta la capacità di "riconoscere" cosa è sogno e cosa è reale…la grandezza umana sa nel dosare e mediare sogno e realtà. Una vita senza sogni, sarebbe arida e spenta..almeno credo

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  17. riflettevo sulle parole dell\’esperto, quassù. più che di anoressia penso si tratti di incapacità di adattamento. ora come ora, chi è dsposto a rinunciare, anche ad un minimo, della propria consolidata vita sociale e affettiva al di fuori del rapporto di coppia, a beneficio della persona che si ama? non dico che uno/a si deve immolare sull\’altare del rapporto a due, ma qualche volta bisogna saper far finta di non avere bisogni. e la cosa, naturalmente, dovrebbe essere reproca… enri, parlavo di passione sessuale che, se diventa un obbligo, una costrizione, perde un bel po\’ dell\’allure iniziale! come si dice: il troppo, stroppia! e poi non so se questa storia dei sogni portati a letto è veramente così, fab. in fondo, quando ci si innamora, è la persona che ci sta di fronte quella che viene a letto con noi, quella che ci dà piacere e non un sogno. il sesso dà una sensazione di grande concretezza che unito all\’amore completa quella relazione. se c\’è solo uno – il sesso -, va bene lo stesso, ma bisogna saperlo. se c\’è solo l\’altro va bene anche. e in quel caso è affettuosa amicizia? è comunque bene, affetto, roberto, in senso lato…insomma, alla fine, \’sta ragazza – l\’enrica – si vuole sistemare e scodellare una decina di marmocchi. possibile che non ci sia uno, che sia uno, disposto ad impalmarla?:-DD

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  18. a me sto verbo "impalmarla" mi ha sempre fatto pensare a cose che… lo so… il significato è un altro… però…sarà in "senso lato"… maaa

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  19. nei miei sogni il mio "principe azzurro" doveva essere alto, magro con gli occhi neri …il coinquilino è robusto, (avete visto le foto) con gli occhi a volte azzurri a volte verdi….in breve credo che la persona giusta sia quella che sa farti ancora ridere e sognare…malgrado l\’asprezza della vita quotidiana.

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  20. allora vedi Fab che i sogni restano fuori dal \’letto\’? I sogni sono importantissimi, ma il troppo sognare ti fa aspirare a mete così alte ed irraggiungibili che perdi l\’opportunità a volte di goderti la realtà. Sarebbe bello quanto utopico che, se sogno deve essere, fosse lo stesso sogno per entrambi. ps. il mio sogno? ovviamente Richard Gear o Clooney o Banderas… e magari sentirmi come la Charlize Teron ;-))

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  21. pps. anche a me il verbo \’impalmare\’ mi ha sempre dato da pensare… solo che a me ricorda solo un\’oca :PPPP

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  22. ahyahaha…beh, impalmarmi…: £on era proprio questo il desiderio, ma vebbene lo stesso.Virgi, io i potenziali impalmatori ce li ho, e\’ solo che non mi vanno mai bene.Che dire, ho la scadenza come lo yoghurt.: )E comunque siete fantastici tutti quanti, quanto mi piacerebbe avermi come amici sa salotto, nel giustappunto mio salotto.

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  23. ops… ho scritto \’Gear\’???… ovviamente era \’Gere\’… sorry… deformazione professionale :-Sps. beh diciamo che salottieri lo siamo già… finirebbe che nel tuo salotto ci metteremmo pure le tende :-))

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  24. PS e nun numina\’ le tende che mi girano subito i Maroni. Laddove maroni= ………, e quindi ci siamo, nun fa na piega.

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  25. ….un bel bacione una grattatina sulla testa una bibita fresca vicino alla tua bella bouganville..ed altro che analistaa!!!:-DD

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  26. ok ok… allora niente tende… ma tu prepara dei comodi cuscini per terra :-))rhum & tequila??? corrrooooooooooooooooo :PPPps. a Robè… alle piante carnivore ce diamo il rhum così s\’addormentano ;-))

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  27. te e i pastccini, pizza alla pala, rhum e tequila alle 23… Ci possiamo aggiungere anche cornetto e cappuccino la mattina?PS: la pizza la faccio io…

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  28. e io il rum non lo bevo, chè mi fa venire la rinite vasomotoria! ma tengo a bada le carnivore e il vegetariano rob:-Dsi ciacola bene anche qui:-))))

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  29. io credo che le categorie descritte siano fin troppo estese, allora è come dire che siamo un po\’ tutti incapaci di amare. Devo dire che mi ci ritrovo anche un po\’, ma non so se definirla patologia. Si può sempre "guarire", io ne sono certa. Certo, il cambiamento deve avvenire all\’interno di noi ma anche le persone che si hanno a fianco sono importanti, se non fondamentali poiché forniscono stimoli. Qualcuno vale la pena recepirlo, qualcuno no, magari ci vuole anche un po\’ di fortuna a saper scegliere perché quando si recepisce uno stimolo di poco conto da una persona di poco conto è fin troppo semplice rimanere delusi e cadere "nella patologia".Io vado dall\’analista, ma credimi, ti serve solo a sfogarti. Sei una persona intelligente e sono certa che analizzi bene le cose già per conto tuo. Magari può suggerirti una diversa angolazione, provaci se ti va. E\’ un\’esperienza che va fatta, credo da tutti, prima o poi.Un bacio grande grande.

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  30. scusa Enri…per le astemie ??? di tanto in tanto bevo un pò di birra e inizio a ridere a più non posso…ma altro non reggo

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  31. Fab, per te ricche spremute di arancia! Pero\’ iun po\’ di birra te la devi bere, sono certa che sarebbe bellissimo vederti ridere.Virgi, che so, Sambuca, vino rosso ( Cappello del prete per esempio?), Whisky?

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  32. Secondo me un po\’ più di sano distacco dalle aspettative riguardo il futuro non potrebbe fare che bene al nostro presente.E\’ un po\’ come l\’ansia che ci viene di possedere oggetti materiali, accumularli ci rende sicuri. E così tendiamo a fare senza rendercene conto anche con gli affetti: investiamo in essi li guardiamo proiettati nel tempo. Laddove ci sembra che non coincidano le direzioni fra quello che ci aspettiamo dal futuro e ciò verso cui quella relazione sembra andare allora entriamo in crisi. Le cose che possiedi alla lunga ti possiedono.Se questo è facile capirlo con le cose materiali è meno evidente con le cose immateriali.Vivere maggiormente "alla giornata" è necessario. Anche perché ogni programmazione del futuro è veramente illusoria. Anche se facciamo del tutto per dimenticarcene.

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  33. ecco, vedi che alla distanza, anche Roberto è giunto alla mia conclusione… (o come si dice dalle mie parti, "sei venuto nel mio caruggio"…). I sogni sì, devono esserci, sono la nostra speranza di qualcosa che può sempre essere migliore, ma, cerchiamo di vivere il presente, non dico certo \’accontentandoci\’, ma nemmeno finalizzando tutto ad uno scopo preciso. ps. sto per mettere il cartello \’chiuso per ferie\’ :-))

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  34. Confesso che mi sono un po\’ persa… o che sono persa di mio… vabbèperò mi son divertita a leggervi :-Dda noi (nel mio blog intendo) le chiamiano "pippe" e ce ne facciamo tante, anche troppe.certo che mi ha incuriosita l\’affermazione della Signora dei Sogni: "Credo si possa amare qualcuno ma non averne il desiderio e viceversa…". Uhm… se amo desidero perchè il desiderio è il mio volere l\’altro (non la voglia eh :-D) nella sua interezza: cuore, muscoli e cervello e non è solo questione di passione che nel tempo di assopisce ma di profondo sentire. almeno credo e spero io.Se invece desidero l\’altro e non lo amo… beh, qui è facile. Meno credo, avere il coraggio di dirlo e dirselo ma questa è un\’altra "pippa" ancora.Buon fine settimana

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  35. Anoressia o Bulimia sentimentale? Ricordo solo che ho smesso di sentire. Il giorno prima ero proiettata verso la vita poi ad un tratto non ho creduto più in nulla. Mi sono ascoltata, sempre più spesso, dire “ti amo” ad un Tu sempre più numeroso. mi sono sentita persa, eppure mi sembrava vero il mio sentimento in ciascuno di quegli attimi. Mi annullavo nel nulla, e come una ladra, fuggivo un\’attenzione più vera, imbastendo sempre nuove storie, collezionando gli incipit per puro istinto di bellezza o per spinta a rimandare la cognizione del dolore. Sono ancora convalescente ma ora ho capito che non posso sfuggire a me stessa, che l’amore non è la risposta a tutto. Troppe aspettative, troppe dipendenze. L’amore è cogliere un attimo, l’amore è lasciarsi andare. Non posso chiedere a un altro di farmi felice, di risolvere le mie contraddizioni, di dare un senso alla vita. Posso amare ed essere riamata, posso farmi male e posso essere felice. Non esistono promesse, non esistono mai né per sempre.

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  36. Posso quotare Gioia anche io?Ma la Piccina sarei io? Alla venerenda eta\’ di quasi 35 anni?azz, qusto si che e\’ rincuorante!.Gioa ha ragione, la risposta a tutto nn e\’ l amore, e di questo, ne sono convinta. Tuttavia nn e\’ per l amore che mi cruccio, quanto per i miei limiti, che nn sempre vedo con chiarezza, e che mi ipediscono di andare incontro ai mei sogni con coerenza. Questo voglio fare, guardare tutti i miei limiti, dove possibile, superarli, ove nn possibile, abbracciarli.Cerise, grazie per il post.Io ho fatto psicoterapia da ragazza, 22/26 anni. E\’ stata un\’esperienza dura ma molto bella, e ha rimesso a poto tante parti ingarbugliate della mia vita.Me la pagavo da sola, ero intenzionata a capire cosa e come mi creasse tanto disagio da nn riuscire ad essere felice, era una mia priorita\’, quella di essere felice.A terapia nn mancavo mai. Non mi andavo a sfogare, andavo ad ascoltarmi con l\’aiuto di qualcuno che aveva piu\’ mezzi di me. Diciamo uno con un apparecchio per sordi.Ecco, io ero determinata, ed ho ascoltato, parlato ascoltato, fino a quando piano piano, non mi sono state chiare delle cose, che si sono sciolte. Ieri sono andata dallo psicologo che ha scritto questo articolo. Mi e\’ piaciuto molto, si e\’ instaurato subito un buon feeeling ed ha avuto chiaro, da subito il Nodo. Con poche parole mi ha descritto e mi ha visto. E\’ importante trovare qualcuno che nn si limiti ad ascoltarci, ma che ci aiuti ad ascoltare quello che noi stessi diciamo.Quindi sono contenta ed inizio la terapia con lui. Ieri uscita da li mi sentivo molto piu\’ leggera.Credo che uno psicologo da solo nn serva, c\’e\’ bisogno della nostra decisione…ma ti ringrazio di cuore di tute le belle parole che mi scrivi e che posti. Sempre di piu\’, sento he sei una bellissima persona.

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  37. tu sei una piccola da coccolare comunque!:-))) e io che dovrei dire, visto che la mia età è il contrario della tua?:-DDD

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  38. molto interessante questo post. mi piacerebbe leggere tutta questa marea di commenti, tornerò. a me è venuto in mente un pensiero, che è questo: indaffarati e senza tempo come siamo, smettiamo di ascoltare il nostro cuore. se poi abbiamo subito delusioni, anche quando ci parla noi non lo ascoltiamo. con tutta sta paura e razionalità finisce che diventa difficilissimo ascoltarci. quindi è difficle anche trovare persone ancora sensibili, che ci trasmettano sentimenti e passione. dobbiamo reimparare ad ascoltarci. le risposte sono tutte dentro di noi, solo un po\’ impolverate.

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