Happy Birthday Madonna!

 
Bellissima poesia postata per me su facebook da Philo.
 
meritava..
 

"Good Morning Madonna

Wishing you a very happy birthday! Have a fantastic day-off at the Kubrick exhibition, please give my regards to Dr Strangelove if he is there.

Philo x x

P.S. And for you today, I have a very special present! – extracts from text written by Sam Levenson, which was selected by Audrey Hepburn as her favourite piece of writing."

TIME-TESTED BEAUTY TIPS

For attractive lips, speak words of kindness.

For lovely eyes, seek out the good in people.

For a slim figure, share your food with the hungry.

For beautiful hair, let a child run his fingers through it once a day.

For poise, walk with the knowledge you’ll never walk alone.

We leave you a tradition with a future.

The tender loving care of humans will never be obsolete.

People even more than things have to be restored, renewed, revived, reclaimed and redeemed and redeemed and redeemed.

Never throw out anybody.

Remember, if you ever need a helping hand, you’ll find one on the end of your arm.

As you grow older, you will discover that you have two hands: one for helping yourself, the other for helping others.

Your "good old days" are still ahead of you, may you have many of them.

 

The beauty of a woman is not in the clothes she wears, the figure that she carries, or the way she combs her hair. The beauty of a woman must be seen from in her eyes, because that is the doorway to her heart, the place where love resides.

The beauty of a woman is not in a facial mole, but true beauty in a woman is reflected in her soul. It is the caring that she lovingly gives, the passion that she shows, and the beauty of a woman with passing years only grows.

Il cuore parla a bassa voce…

dipinto-di-una-coppia
Devo a Barbara questa bella storia, che non conoscevo, che leggo solo ora, ma che nella mia vita ed in quella di M. ha un senso.
Una storia che leggendola mi ha fatto venire un brivido, perche’ senza volerlo, mi ha ricordato di un lettera che ci siamo scritti tempo fa.
Non la conoscevo, davvero mai mai letta. …sara’ vero allora?
 
 
Un giorno, un pensatore indiano fece la seguente domanda ai suoi discepoli:
 
“Perché le persone gridano quando sono arrabbiate?”

“Gridano perché perdono la calma” rispose uno di loro.

“Ma perché gridare se la persona sta al suo lato?” disse nuovamente il pensatore.

“Bene, gridiamo perché desideriamo che l’altra persona ci ascolti” replicò un altro discepolo.

E il maestro tornò a domandare: “Allora non è possibile parlargli a voce bassa?”

Varie altre risposte furono date ma nessuna convinse il pensatore.

Allora egli esclamò: ” Voi sapete perché si grida contro un’altra persona quando si è arrabbiati? Il fatto è che quando due persone sono arrabbiate i loro cuori si allontanano molto. Per coprire questa distanza bisogna gridare per potersi ascoltare. Quanto più arrabbiati sono tanto più forte dovranno gridare per sentirsi l’uno con l’altro.

D’altra parte, che succede quando due persone sono innamorate? Loro non gridano, parlano soavemente.
E perché?

Perché i loro cuori sono molto vicini. La distanza tra loro è piccola. A volte sono talmente vicini i loro cuori che neanche parlano, solamente sussurrano. E quando l’amore è più intenso non è necessario nemmeno sussurrare, basta guardarsi. I loro cuori si intendono. E’ questo che accade quando due persone che si amano si avvicinano.”

 
In fine il pensatore concluse dicendo: “Quando voi discuterete non lasciate che i vostri cuori si allontanino, non dite parole che li possano distanziare di più, perché arriverà un giorno in cui la distanza sarà tanta che non incontreranno mai più la strada per tornare.”

Mahatma Gandhi
 
 
 
Grazie Barbarella…di nuovo attingo dalle tue perle di saggezza…

Itai Doshin

Uniti come i pesci e l’acqua
diversi corpi, stessa mente

illustrazione: Valeria Gasparrini

«In generale, che i discepoli di Nichiren, preti e laici, recitino Nam-myoho-renge-kyo con lo spirito di "diversi corpi, stessa mente", senza alcuna distinzione fra di loro, uniti come i pesci e l’acqua, questo si chiama eredità della Legge fondamentale della vita. In ciò consiste il vero scopo della propagazione di Nichiren. Se è così, anche il grande desiderio di kosen-rufu potrà realizzarsi. Ma se qualcuno dei discepoli di Nichiren distrugge l’unità di "diversi corpi, stessa mente" sarà come chi distrugge il proprio castello dall’interno».

I primi due punti riguardano la fede della singola persona, mentre quest’ultimo coinvolge l’intera comunità dei credenti che aspira alla realizzazione di kosen rufu: per ereditare la Legge fondamentale di vita e morte è necessario costruire e modellare la propria fede all’interno della comunità buddista, realizzando un sangha armonioso attraverso l’unità di itai-doshin.
Senza questa condizione non è possibile propagare ampiamente Myoho-renge-kyo, la Legge che permette l’ottenimento della Buddità.
A cosa si riferisce Nichiren quando dice «senza distinzione fra di loro»? Ci sta ammonendo a non avere un atteggiamento egocentrico e antagonista nei confronti degli altri.
Fare distinzioni fra se stessi e gli altri costruisce e alimenta un cuore discriminatorio, che crea la separazione e la rottura. Gli effetti di tale atteggiamento interiore portano a chiudersi e a sentirsi in competizione con gli altri. O a preoccuparsi solo del proprio tornaconto personale, ad autocompiacersi escludendo tutti coloro verso cui non si prova simpatia. Anche le distinzioni operate da Nikken fra il clero e i laici rientrano in tale atteggiamento.
Un ichinen caratterizzato da un tale ego crudele non può ereditare la trasmissione del Budda. Perciò il requisito per costruire l’unità di itai-doshin è "gettare via" questo cuore egocentrico e arrogante.
L’espressione «come i pesci e l’acqua» si riferisce a un’intima difficoltà di separarsi. I pesci non potrebbero vivere senza il sostegno dell’acqua, è impossibile per loro interrompere questa relazione, altrimenti morirebbero. Allo stesso modo noi compagni di fede dovremmo sentire la necessità vitale di rispettarci a vicenda, proteggerci l’un l’altro e provare reciproca gratitudine.
Cosa significa avere «lo spirito di itai-doshin (diversi corpi, stessa mente)»?
Itai, diversi corpi, vuole indicare il fatto che per quanto riguarda la fisionomia, il carattere, l’intelligenza, gli interessi, ognuno ha la propria individualità, le proprie peculiarità, una posizione sociale o una storia diversa.
La stessa mente, doshin, significa avere lo stesso obiettivo, gli stessi valori, lo stesso intento, lo stesso cuore/mente.
Il concetto di itai-doshin illustra come numerose persone, con caratteristiche e peculiarità proprie, quando agiscono con lo stesso cuore sprigionano una forza così grande che da soli non potrebbero tirare fuori.
Nel Gosho Itai doshin Nichiren scrive: «Cento o mille persone possono senza dubbio realizzare il loro scopo se hanno lo stesso spirito» (SND, 4, 268). Quando le persone si riuniscono con l’intento di realizzare lo stesso obiettivo, la cosa più importante è l’unità di itai-doshin.
Attraverso lo spirito di itai-doshin il singolo riesce ad armonizzarsi perfettamente con l’insieme delle altre persone. In ambito buddista, la peculiarità del principio di itai-doshin è quella di far sgorgare in maniera copiosa l’individualità e le capacità di coloro che hanno fede nel Gohonzon e serbano in cuore il desiderio di salvare tutta l’umanità attraverso la realizzazione di kosen-rufu.
In altri termini, mantenendo la stessa mente i diversi corpi hanno la stessa importanza. Se invece non si accettano le differenze dei singoli e si forza ad avere lo stesso corpo, si finisce col cadere nel totalitarismo.

LA MENTE DI NICHIREN
Il legame che lega i diversi corpi è la stessa mente, la stessa mente che crede nel Gohonzon. Nel Gosho Il vero aspetto di tutti i fenomeni il Daishonin dice a Sairen-bo: «Se hai la stessa mente di Nichiren…»; "stessa mente" indica la mente del Budda, avere la "stessa mente" significa fare del grande obiettivo di kosen-rufu la propria missione.
Per realizzare doshin non bisogna pensarla allo stesso modo o desiderare le stesse cose, ma condividere lo stesso voto del Budda. Serbare in cuore il voto del Budda permette di costruire la stessa mente.
Ma senza cambiare la propria condizione vitale non si può lavorare per creare questo tipo di unità: mettersi d’accordo può porre fine a un litigio, ma non crea l’unità di itai-doshin.
Cercando invece di sviluppare la stessa condizione vitale rispetto a un obiettivo, come la realizzazione del voto di Nichiren, riusciamo ad avere la stessa mente. Solo quando condividiamo lo stesso cuore, lo stesso obiettivo del maestro, creando con lui una relazione diretta, possiamo realizzare itai-doshin e costruire dei legami che vanno al di là dello spirito di compagnia, realizzando dei castelli di persone di valore, dei castelli di felicità.
«In ciò consiste il vero scopo della propagazione di Nichiren»: questa frase significa che il motivo fondamentale della propagazione della Legge mistica è il desiderio di realizzare delle relazioni meravigliose, una straordinaria solidarietà tra le persone a un livello profondo della vita.
Con il costante ampliamento di questo tipo di relazioni in itai-doshin, afferma Nichiren, «il grande desiderio di kosen-rufu potrà realizzarsi» senza alcun dubbio.
Itai-doshin
crea la forza dinamica che permette di realizzare kosen rufu.

Al contrario, l’espressione "una mente diversa" si riferisce a coloro che commettono la grave offesa di rompere l’armonia fra i credenti. E ciò equivale a offendere Myoho-renge-kyo. Per questa ragione Nichiren Daishonin ammonisce: «Sarà come chi distrugge il proprio castello dall’interno».
L’espressione itai-ishin (diversi corpi, diverse menti) descrive la disunità, una condizione in cui le persone non solo sono differenti nella fisionomia e nel carattere, ma hanno anche cuori divergenti e ognuno agisce in base al proprio egoismo.
Costoro, afferma Nichiren, sono come i soldati ai quali è stata affidata la protezione del castello ma che invece aprono le porte ai nemici, distruggendolo così dall’interno. Ed esprime lo stesso concetto quando scrive che il leone viene ucciso dai vermi all’interno delle sue viscere, e non da un nemico esterno.
Avere una "mente diversa" descrive essenzialmente il tradimento nei confronti dell’intento di Nichiren Daishonin.
Ciò avviene a causa dell’arroganza, dell’egocentrismo, dell’illusione, degli attaccamenti… Quando si persegue solo il proprio guadagno personale, o ci si basa sull’emotività o si viene consumati dall’arroganza, si cade preda della lamentela, dell’insoddisfazione, dell’odio e della gelosia. In questo modo si diventa nemici della fede pura, si diventa come chi distrugge il castello dal proprio interno.

Per noi membri della Soka Gakkai è fondamentale unire il nostro cuore con quello dei tre presidenti Makiguchi, Toda e Ikeda, che rappresentano l’esempio dello spirito del Daishonin e hanno costruito l’unità all’interno della nostra organizzazione, che è la comunità armoniosa dei praticanti buddisti. I tre presidenti hanno lo stesso cuore di Nichiren Daishonin e creano di conseguenza un vero sangha. Qui si trova la sorgente di tutte le nostre vittorie – un punto che vorrei che ognuno di voi incidesse nella sua vita.
L’espressione "diversi corpi, diverse menti" indica invece coloro che perdono di vista il cuore e l’intento del maestro e finiscono col seguire solo il loro punto di vista, oppure rimangono intrappolati nei propri desideri e nella propria emotività. Nonostante venga data loro la fiducia per proteggere il castello, lo distruggono dall’interno e permettono al nemico di infiltrarsi.

 
 
 

I bambini

I bambini imparano ciò che vivono

I bambini imparano ciò che vivono.

Se un bambino vive nella critica impara a condannare.

Se un bambino vive nell’ostilità impara ad aggredire.

Se un bambino vive nell’ironia impara ad essere timido.

Se un bambino vive nella vergogna impara a sentirsi colpevole.

Se un bambino vive nella tolleranza impara ad essere paziente.

Se un bambino vive nell’incoraggiamento impara ad avere fiducia.

Se un bambino vive nella lealtà impara la giustizia.

Se un bambino vive nella disponibilità impara ad avere una fede.

Se un bambino vive nell’approvazione impara ad accettarsi.

Se un bambino vive nell’accettazione e nell’amicizia impara a trovare l’amore nel mondo.

Doret’s Law Nolte

Il mio Armadio, stasera, e’ esploso. Boom. Vetro in 10.000 pezzi…mah…

A me m’ha sempre colpito questa faccenda dei quadri. Stanno su per anni, poi senza che accada nulla, ma nulla dico, fran, giù, cadono. Stanno lì attaccati al chiodo, nessuno gli fa niente, ma loro a un certo punto, fran, cadono giù, come sassi. Nel silenzio più assoluto, con tutto immobile intorno, non una mosca che vola, e loro, fran. Non c’é una ragione. Perché proprio in quell’istante? Non si sa. Fran. Cos’é che succede a un chiodo per farlo decidere che non ne può più? C’ha un’anima, anche lui, poveretto? Prende delle decisioni? Ne ha discusso a lungo col quadro, erano incerti sul da farsi, ne parlavano tutte le sere, da anni, poi hanno deciso una data, un’ora, un minuto, un istante, è quello, fran. O lo sapevano già dall’inizio, i due, era già tutto combinato, guarda io mollo tutto tra sette anni, per me va bene, okay allora intesi per il 13 maggio, okay, verso le sei, facciamo sei meno un quarto, d’accordo, allora buonanotte, ‘notte. Sette anni dopo, 13 maggio, sei meno un quar
to, fran. Non si capisce
 E’ una di quelle cose che è meglio che non ci pensi, se no ci esci matto. Quando cade un quadro. Quando ti svegli un mattino, e non la ami più. Quando apri il giornale e leggi che è scoppiata la guerra. Quando vedi un treno e pensi io devo andarmene da qui. Quando ti guardi allo specchio e ti accorgi che sei vecchio. quando, in mezzo all’Oceano, Novecento alzò lo sguardo dal piatto e mi disse: "A New York, fra tre giorni, io scenderò da questa nave".
Ci rimasi secco.
Fran.
 
Tratto da – Novecento– A. Baricco

Al Dubbio, a Me, a Te.

Kahlil Gibran – "Sull’amore"

 Allora Almitra disse:
Parlaci dell’Amore.

E lui sollevò la stessa e scrutò il popolo e su di esso calò una grande quiete.
E con voce ferma disse:
Quando l’amore vi chiama, seguitelo.
Anche se le sue vie sono dure e scoscese.
e quando le sue ali vi avvolgeranno, affidatevi a lui.
Anche se la sua lama, nascosta tra le piume vi può ferire.
E quando vi parla, abbiate fede in lui,
Anche se la sua voce può distruggere i vostri sogni come il vento del nord devasta il giardino.

Poiché l’amore come vi incorona così vi crocefigge.
E come vi fa fiorire così vi reciderà.
Come sale alla vostra sommità e accarezza i più teneri rami che fremono al sole,
Così scenderà alle vostre radici e le scuoterà fin dove si avvinghiano alla terra.
Come covoni di grano vi accoglie in sè.
Vi batte finché non sarete spogli.
Vi staccia per liberarvi dai gusci.
Vi macina per farvi neve.
Vi lavora come pasta fin quando non siate cedevoli.
E vi affida alla sua sacra fiamma perché siate il pane sacro della mensa di Dio.

Tutto questo compie in voi l’amore, affinché possiate conoscere i segreti del vostro cuore
E in questa conoscenza farvi frammento del cuore della vita.
Ma se per paura cercherete nell’amore unicamente la pace e il piacere,
Allora meglio sarà per voi coprire la vostra nudità e uscire dall’aia dell’amore,
Nel mondo senza stagioni, dove riderete ma non tutto il vostro riso e piangerete, ma non tutte le vostre lacrime.

L’amore non da nulla fuorché sè stesso e non attinge che da se stesso.
L’amore non possiede né vorrebbe essere posseduto;
Poiché l’amore basta all’amore.
Quando amate non dovreste dire: "Ho Dio nel cuore", ma piuttosto, "Io sono nel cuore di Dio".
E non crediate di guidare l’amore, perché se vi ritiene degni è lui che vi guida.

L’amore non vuole che compiersi.
Ma se amate e se è inevitabile che abbiate desideri, i vostri desideri hanno da essere questi:
Dissolversi e imitare lo scorrere del ruscello che canta la sua melodia nella notte.
Conoscere la pena di troppa tenerezza.
Essere trafitti dalla vostra stessa comprensione d’amore,
E sanguinare condiscendenti e gioiosi.
Destarsi all’alba con cuore alato e rendere grazie per un altro giorno d’amore;
Riposare nell’ora del meriggio e meditare sull’estasi d’amore;
Grati, rincasare la sera;
E addormentarsi con una preghiera in cuore per l’amato e un canto di lode sulle labbra.

Notte nell’ isola

Tutta la notte ho dormito con te
vicino al mare, nell’isola.
Eri selvaggia e dolce tra il piacere e il sonno,
tra il fuoco e l’acqua.
Forse assai tardi
i nostri sogni si unirono,
nell’alto o nel profondo,
in alto come i rami che muove uno stesso vento,
in basso come rosse radici che si toccano.
Forse il tuo sogno
si separò dal mio
e per il mare oscuro
mi cercava,
come prima,
quando ancora non esistevi,
quando senza scorgerti
navigai al tuo fianco
e i tuoi occhi cercavano
ciò che ora
– pane, vino, amore e collera –
ti do a mani piene,
perché tu sei la coppa
che attendeva i doni della mia vita.
Ho dormito con te
tutta la notte, mentre
l’oscura terra gira
con vivi e con morti,
e svegliandomi d’improvviso
in mezzo all’ombra
il mio braccio circondava la tua cintura.
Ne la notte ne il sonno
poterono separarci.
Ho dormito con te
e svegliandomi la tua bocca
uscita dal sonno
mi diede il sapore di terra,
d’acqua marina, di alghe,
del fondo della vita,
e ricevetti il tuo bacio
bagnato dall’aurora,
come se mi giungesse
dal mare che ci circonda.

 Pablo Neruda
I versi del Capitano
1952

Istanti

Istanti 

Se io potessi vivere un’altra volta la mia vita

nella prossima cercherei di fare più errori

non cercherei di essere tanto perfetto,

mi negherei di più,

sarei meno serio di quanto sono stato,

difatti prenderei pochissime cose sul serio.

Sarei meno igienico,

correrei più rischi,

farei più viaggi,

guarderei più tramonti,

salirei più montagne,

nuoterei più fiumi,

andrei in posti dove mai sono andato,

mangerei più gelati e meno fave,

avrei più problemi reali e meno immaginari.

Io sono stato una di quelle persone che ha vissuto sensatamente

e precisamente ogni minuto della sua vita;

certo che ho avuto momenti di gioia

ma se potessi tornare indietro cercherei di avere soltanto buoni momenti.

Nel caso non lo sappiate, di quello è fatta la vita,

solo di momenti, non ti perdere l’oggi.

Io ero uno di quelli che mai andava in nessun posto senza un termometro,

una borsa d’acqua calda, un ombrello e un paracadute;

se potessi vivere di nuovo comincerei ad andare scalzo all’inizio della primavera

e continuerei così fino alla fine dell’autunno.

Farei più giri nella carrozzella,

guarderei più albe e giocherei di più con i bambini,

se avessi un’altra volta la vita davanti.

Ma guardate, ho 85 anni e so che sto morendo.

Jorge Luis Borges   

Malinteso tra due surrealisti, E. Fried

 

MALINTESO DI DUE SURREALISTI

  “Piove”
disse lei
“un uomo dal cappotto nero
passa per la via”
disse lei.

 Magritte però
non la sentiva
più tanto bene

(infatti lei lo disse soltanto
anni dopo la morte di lui)

 Così non sentì più
le ultime tre parole
e capì soltanto
“piove un uomo dal cappotto nero”
e lo dipinse.

 

>Hai ragione, il tuo spiegarmi quanto significa quella casa per te non l’ho 
> voluto sentire. Un po’ perché è un po’ lontano dal mio sentire, e te ne ho 
> parlato, un po’ perché ho un po’ paura per il tuo attaccamento nei confronti 
> di quella casa (quest’ultima cosa non c’era nelle precedenti versioni).
> Non ho paura dell’attaccamento per motivi “buddisti” o filosofici, non ti 
> scaldare! Ho paura perché quella non è casa tua e non si sa quanto ci potrai 
> stare.

Ecco, di nuovo non ci capiamo. Non e’ quella casa in via cxxxxx

E’ casa, una casa qualunque, un butzuma qualunque che abbia il mio colore, dove al suo interno mi senta protetta. Mi sente bene, mi senta a casa.

Casa.
Hai ragione, tu hai i tuoi punti fermi,lavoro e famiglia a cui, a tuo dire, sdaresti disposto a rinunciare.
Vedremo, ma la famiglia e i suoi legami vanno al di la dei km e degli oceani. E’ il cuore e quello che ci portiamo dentro.
Io non ce l ho.
Nel cuore, la mia unica famiglia e’ Chicca, che piu’ che una madre e’ una figlia. Vorrei essere figlia anche io qualche volta.
Chissa’ che effetto fa. A occhio e croce sa di pane.

> Scusa, mi rendo conto di averti un po’… Offesa? Con questi discorsi. Come ti 
> ho già detto non ne volevo fare una questione “buddista” ma di filosofia 
> generale, di modo di vedere le cose. Ti volevo spiegare come la vedo io 
> proiettandomi in te.

Non mi sono offesa. Mi sono incazzata.
Perche’ a volte hai un modo di fare che sembra sempre mettere sotto giudizio, e si che io non sono permalosa.
 
Ebbene, io ho bisogno di casa, una casa ce ahime’ stento a trovare, perche’ andarla a cercare dentro e’ un viaggio lungo.
Il fatto e’ che io so esattamente di che colore sono le pareti nella casa dentro. Ne conosco il tepore e l’odore, e tutti i granelli di polvere.
 
La vedo, ma la porta e’ nascosta.
Perche’ pratico? Sto cercando la porta.
 
 
Perche’ voglio tornare a Roma, mi chiedi.
Ebbene, non lo so. Davvero non lo so.
Perche’ sono attaccata ai ricordi credo. Perche’ una volta avevo un sogno.
Perche’ non so se e’ casa, ma e’ certamente piu’ casa di Londra.
Perche’ cazzo, ho bisogno di un porto, mi sento un po’ stanca.
Perche’ se chiudo gli occhi il suo cielo e’ azzurro come la camera che voglio dipingere,e i suoi muri arancioni. Mi ricorda casa. La casa dentro.

Non mi importa che la casa a via cxxxxx non sia per sempre. Ma per ora e’ un porto.
Voglio attraccare per un po’.
A me piacciono le cose belle, e soprattutto, mi piace che sia io a renderle tali.
Ho costruito con le mie mani nude un tavolo per il giardino di Simon, un tavolo che lui non voleva e pensava sarebbe stato un disastro. Ora lo ama molto. Perche’ e’ bello, perche’ non lo ha comprato, ma lo ha visto nascere, e piano piano diventare bello.
Il tavolo  e’ frutto della mia fatica, ma alle cose belle che faccio non sono attaccata. Ho semplicemente bisogno di farle. Ho bisogno di rendere una casa bella, e non importa che non sia mia, o che domani non ci sara’ piu’. Almeno in questo, vivo ogni attimo come se fosse l’ultimo. Aiuto Simon a dipingere la sua casa perche’ voglio che sia bella. Che sia mia o no non e’ importante.
 
C’e’ poi un altra cosa che amo nel sistemare le cose come mi piacciono, nel dipingere pareti. E’ il silenzio, e’ me stessa davanti ad un muro bianco. E’ la fatica ed i suoi frutti.. E’ un foglio di carta su cui lascio tracce di me, per ricordarmi chi sono, la mia forza, e di cosa sono capace.
 
> Se, dopo qualche giorno la cosa inizierà a pesarmi (può essere), me ne andrò 
> in Sardegna. So che farò così e lo sai anche tu. E so che non te la 
> prenderai, mi capirai.

Spero di capirti, credo di si. Ci faro’ daimoku.
 
>Se non ti commuovesse il lago di Baraz o rinunciassi ad un viaggio per avere 
> i soldi per un nuovo mobile in casa ti amerei di meno. E non perché voglio 
> qualcosa in cambio.
> Le altre due email non finivano qui, non finivano così. Mi dispiace. Ma 
> questo è il mood del momento.

 
Onestamente preferirei che tu smettessi di amarmi, che amarmi di meno.
Ha piu’ senso, e c’e’ meno ipocrisia. Smetti e basta. Il di meno non darmelo, perche’ non lo voglio.
 
Stasera.


Se potessi, uscirei a comprare della vernice per dipingere i muri di questa stanza, piccola, ci metterei forse meno di 2 ore con la sola prima mano.
 
Se potessi dipingerei pareti per tutta la notte. Stasera sono stanca, e per stanchezza dipingerei fino a domattina.
 
Stanotte vorrei stare sola con me, un pennello ed un po’ di colore. Per non pensare, e stancarmi fino a che anche la testa si stanchi, anche il cuore si stanchi, e finalmente non pensare a nulla. Vuoto, cielo, bianco, vuoto..
 
Sono stanca, stasera. Perche’ non riesco a spiegarti chi sono e mi pesa, perche’ le parole non escono come dovrebbero e mi pesa.
Perche’ vorrei raccontarti cose che ora non mi va di raccontarti, perche’ forse, sono stanca.
 
Sono gelosa di te. della tua famiglia, della sicurezza che ti porti dentro e che non sai neanche di avere.
E sono triste, perche non so, se in fondo, io saro’ mai capace di avere una famiglia altra che non sia Chicca.
Sono sola con lei da molti anni, e non lo so, non lo so. Forse perche’ sono stanca.
 
 
Ti mando questa email, sapendo che no dovrei, perche’ sono stanca, perche’ scrivo cose che no so neanche quanto siano vere, ma te la invio comunque perche’ bene che tu sappia, che anche io,a volte, mi stanco.
Cosi’ com’e’, cosi’ come viene.

Enrica,quella stanca.

Un’inezia

Un’inezia
Erich Fried

“Non so che cosa sia l’amore ma forse
è qualcosa come:Se lei
ritorna a casa da un paese straniero
e mi dice con orgoglio: «Ho visto
un topo d’acqua»
e io mi ricordo di queste parole
quando la notte mi sveglio
e il giorno dopo al lavoro
e ho nostalgia
di ascoltarla
ripetere queste parole
e poi
che pronunciandole
mi appaia esattamente come quando
le pronunciò

È forse questo, penso, l’amore
o qualcosa di non molto diverso”.