Catilinaria dell’uomo mediocre.

È da una quindicina d’anni che di tanto in tanto frequento chat di incontri. Quando ero all’estero, quando tornata a Roma lavoravo da casa ed avevo poche occasioni di conoscere persone, uscire, fare nuove amicizie. Su queste chat incontravo persone di tutti i tipi e ho conosciuto persone che tutt’ora sono nella mia vita, persone straordinarie, di grande intelligenza, con cuori belli, anime gentili, irriverenti, anticonformisti o meno, ma davvero persone che tuttora ringrazio di essere con me per questo breve viaggio e per tutto quello che mi hanno dato in questi anni.

Ecco, una volta le chat di incontri erano letteralmente questo: luoghi virtuali per conoscersi, usando i tempi lenti che la scrittura e la lettura richiedono per riflessioni, pensieri lunghi.Oggi no. Siete ovunque.Voi narcisisti tartarugati con mezzo neurone epilettico avete invaso qualsiasi, e dico qualsiasi luogo virtuale: ve trovo pure nel club virtuale de uncinetto porcoggiuda.

Sono in chat di incontri internazionali e lo squallore che leggo nelle chat del bel paese ( Tinder Meetic,OkCupid che sia, senza eccezione) batte pure le trasmissioni di Barbara D’Urso. Un Danese, un norvegese, un francese, un americano, mai e dico mai dopo neanche un’ora di chat, che pe capisse e per chi non frequenta, per sua fortuna, corrispondono ad uno scambio di circa 10 righe da 35 lettere ciascuna ( fateve i calcoli,) si metterebbe a parlare di sesso. Dal come ti piace farlo, a “le fai le cose a tre?”, a “sembri un tipo passionale”, “ Ho voglia di farti venire i brividi“ “ Quante coccole ti farei,” “ Ti farei sentire una donna vera” Hai due labbra da…” e potrei continuare per ore.

Mi nauseate.

Ho raggiunto il limite della sopportazione dopo che ho dovuto cibarmivi per quest’anno di pandemia del cazzo che ci ha costretti a casa, noi single, e più o meno costretti a frequentare questi siti per non morire di noia.

Mi fate ribrezzo.

Siete dei vigliacchi.

E ve lo dice una che potete tranquillamente definire libertina, o come vi piace la shatteria itanglish “ Open Minded”.

Non ve lo dice una che sta su ste cazzo di chat per trovare il principe azzurro e sposarsi per avere tanti deliziosissimi pargoli e vivere felici e contenti. Anzi, vi dirò di più, ve lo dice una che pensa che l’amore sia perlopiù una malattia.

Quindi ora aprite le orecchie. Voi con o senza slippino sexy, coglioni che siete capaci di intraprendere chat erotiche basandovi sulle foto di gente che se solo incontraste di persona cambiereste marciapiede, tanto sono ritoccate e fasulle. O peggio con donne con l’autostima sotto i piedi che per sentirsi qualcuno vi devono far vedere le tette e i labbroni cor botox. Voi, proprio voi, ad un tavolo con una donna al primo incontro, che vogliate solo farvela o no, non direste mai dopo 4 minuti di conversazione “ Scopiamo?”.

Perchè non è educato. Ma soprattutto perchè col vostro napoleonico narcisismo non accettereste mai un vaffanculo o una sonora risata da una che vi risponde “ Sei proprio, un grandissimo, coglione”.

Non lo fareste non per ipocrisia, ma perché nella vita reale non ci sono schermi a proteggere le vostre insignificanti, minuscole e raccapriccianti vite.

Dottori, giornalisti, Business manager, Professorini, artisti mezzi falliti, musicisti che manco al liscio ve farebbero l’applauso….e titoli vari che andrebbero tutti modificati con “ Sto gran cazzo” ( per darvi un pò di soddisfazione dico, eh).

Siete così inutili come esseri umani che per scoparvene una dovete fare pesca sportiva e sedurne 1000: nella casistica delle probabilità, una ve la da. Ecco, ve la da. E ora che avete goduto inserendo il vostro insignificante arnese in una vagina invece che guardando YouPorn – ve lo consiglio peraltro, ottimi spunti e meno impegnativo di un appuntamento al buio – sentitevi peggiori. Perché lo siete. Io ci uscirei con voi.

Perché ad un tavolo, guardandovi negli occhi, vi farei cagare sotto di una diarrea fulminante. Vi disintegrerei.

Mi basterebbero le parole. Il vostro ego è talmente fragile che mi basterebbe uno sputo per farvi sentire delle noiosissime merde.

Voi che vi presentate col biglietto da visita di Amanti d’Eccezione, ve lo farei tirare fuori, ve lo misurerei davanti a tutti, lo commenterei, perché quale problema c’è, ad una sconosciuta in chat il cazzo glie lo vuoi far vedere, la foto glie la mandi, a varie sconosciute/i sedute in un bar no? Dovrebbe piacervi invece.

Voi che fate gli uomini che non devono chiedere mai, vi faccio a pezzi l’autostima con uno schiocco di dita. Accomodatevi signori, non abbiate paura, mettetemi alla prova, sulle vostre teste, ci spengo l’ultimo briciolo di dignità che potreste sentire di avere.

Quando avrò finito con voi, sarete degli zombie che non si ricordano neanche come si chiamano. Signori, per far godere veramente una donna, ci vuole la testa, ci vogliono ben più di due neuroni. Ma parliamo di far godere una donna, non balene spiaggiate in cerca dell’approvazione di un genere maschile in piedi decadimento.

E un’altra novità, sappiamo fingere, cazzoni, fingiamo benissimo, ricordatevelo bene… e non lo saprete mai: non ve ne frega neanche, per carità, siete li solo per inzuppare il biscottino. Ed è proprio per questo che non siete e non sarete mai dei grandi amanti. Ci vuole un Uomo per far godere una Donna, ci vuole coraggio. Ci vuole cervello. Ci vogliono emozioni, anche quelle che durano una sola notte.Ma voi, masturbatori seriali, narcisisti autoriferiti, autoreferenziati, siete delle sterili piattole. E visto che neanche questa mia catilinaria sull’uomo mediocre vi potrà fermare, vi chiedo almeno, se proprio avete necessità di farvelo venire duro e smanettarvi con una mano mentre con l’altra tenete il cell il mano, di verificare che non stiate esattamente parlando con una sciampista, una psicolabile in cerca di approvazione, un buco da riempire.

E vi chiedo educazione. L’educazione di chi, quando legge A CHIARE LETTERE che qualcuno non sta li necessariamente per trombarsi l’universo mediocre di questa sottospecie di esemplare bipede meno sveglio di uno scimpanzé, gira velocemente i tacchi e cambia aria.

E no, io ci rimango in chat, non ve la do vinta. Perché tanto siete ovunque.

Ogni tanto si trova quell’uno su mille che non è un cazzone ma conserva la sua dignità e che prima di scoparsi qualcuna ha voglia quantomeno di intavolare una conversazione e magari incontrala di persona per essere certa che non si chiami Alfredo, non abbia il cazzo e che non sia li a fare marchette.

E ci rimango per distruggervi. Uno ad uno.

Ormai è una missione.

Quando avrò finito con voi, omuncoli raccapriccianti, preferirete essere i viaggio su una capsula criogenica malfunzionante in spedizione su Marte.

Sarete invisibili.

E finalmente guardandovi allo specchio vi vedrete. E vedrete quello che vedo io.

Il nulla.