La Quarta Via…

Gurdjieff e la Quarta Via - La quarta via e le leggi armoniche - Imola -  Espande Academy - Un progetto condiviso di crescita e sviluppo della  consapevolezza del sé

“Esistono menti che si interrogano, che desiderano la verità del cuore, la cercano, si sforzano di risolvere i problemi generati dalla vita, cercano di penetrare l’essenza delle cose e dei fenomeni, e di penetrare in loro stesse. Se un uomo ragiona e pensa bene, non ha importanza quale cammino egli segua per risolvere questi problemi, deve inevitabilmente ritornare a se stesso, ed incominciare dalla soluzione del problema di che cosa egli stesso sia e di quale sia il suo posto nel mondo attorno a lui.”

G. I. Gurdjeff

Omaggio a Nando Scafroglia

 
Orbene, un omaggio ad un’erudito che fa piacevolmente lavorare il mio intelletto, putroppo, di prima mattina ( le 12.30? Perplesso) , non propriamente funzionante. Eppure sono al mio quinto caffe’.
 
Eugene Delacroix – La Liberta’ che guida il popolo.
 
 
Immagine:Eugène Delacroix - La liberté guidant le peuple.jpg
 

Libere associazioni di prima mattina: Delacroix – La Morte di Sardanapalo , Gericault – La Zattera della Medusa, Baricco – Oceano mare

Immagine:Eugène Delacroix - La Mort de Sardanapale.jpg
 
Non Proprio metafisico, lui Delacroix…" il principe dei romantici".
 
Questo dipinto me ne ricorda un’altro, altrettanto " Romantico" di Théodore Géricault, che mi riporta al capitolo del naufragio di Oceano Mare:
 
Immagine:Jean Louis Théodore Géricault 002.jpg
 
"La prima cosa è il mio nome, la seconda quegli occhi, la terza un pensiero, la quarta la notte che viene, la quinta quei corpi straziati, la sesta è la fame, la settima orrore, l’ottava i fantasmi della follia, la nona è la carne e la decima è un uomo che mi guarda e non mi uccide.
L’ultima è una vela.
Bianca. All’orizzonte."
 
 da Oceano Mare, A. Baricco.

Nota sulla Zattera della Medusa, da Wikipedia ( ormai la mia fidanzata virtuale):

"Ciò che viene illustrato nel quadro di Gericault avvenne realmente agli inizi dell’Ottocento, occorso il 2 luglio 1816: la Méduse, una fregata della francese, in navigazione da Brest verso il Senegal, antica colonia francese restituita da Londra appena dopo Waterloo, si incagliò su un banco di sabbia, 160 km, al largo della attuale Mauritania probabilmente a causa dell’inettitudine del comandante de Chaumaray, il quale non disponeva di carte nautiche aggiornate.
De Chaumaray imbarcò 250 passeggeri, incluso il governatore del Senegal, Julien Désiré Schmaltz, la moglie e la figlia, il capitano con notabili, le loro famiglie e i loro bagagli su sei scialuppe. E poi 139 fra l’equipaggio, i sottoufficiali e il medico di bordo su una zattera di 20×10 m., legata alle scialuppe da una cima.
In questo modo i superstiti iniziarono il viaggio verso la costa, ma, poco dopo l’inizio della navigazione, la cima venne rotta (o venne tagliata) e la zattera abbandonata al suo destino. Probabilmente gli uomini sulle scialuppe si stancarono di trascinare la zattera. Dei 139, 20 morirono (o si suicidarono) già la prima notte e, dopo 13 giorni, al battello l’Argus che recuperò i naufraghi,si presentarono solo 13 sopravvissuti, cinque dei quali morti la notte seguente. Lo ‘scandalo’ scoppiò il 13 settembre seguente, allorché il foglio anti-borbonico Le Journal des Débats, pubblicò una relazione del chirurgo Henry Savigny, sopravvissuto della zattera: egli raccontava del clima di violenza e sopraffazione fra i sopravvisuti. Ma gli avversari del governo sottolinearono innanzitutto la discriminazione sofferta dai non-privilegiati, eppoi la circostanza che il comandante de Chaumaray fosse un emigrée, rientrato nel 1814. E montarono un affare politico che ebbe la sua risonanza, tanto che, nel 1819, il pittore Géricault realizzò il dipinto, ancor oggi ben conosciuto, che identifica il naufragio della Medusa con quello del Primo Impero. Un’opera che fece sensazione, anche poiché rappresentava una delle prime opere della neonata scuola romantica.

Il 3 marzo 1817 de Chaumaray venne condannato a tre anni di prigione."